StemmaDego è centro di tradizione agricola, situato sul versante settentrionale dell’Appennino Ligure, alla confluenza tra il Rio Grillero e la Bormida di Spigno, in prossimità di una piana vasta ed irrigua. A causa della sua posizione strategica, fu spesso al centro di eventi militari, passando di mano più volte nei secoli.
Dego fu anche baluardo contro le scorribande dei Saraceni. Il suo territorio venne compreso nella Marca Aleramica, come documentato dal Diploma di Concessione di Ottone I°, emanato nell’anno 967. Possesso di Bonifacio del Vasto, nel 1142 fu ereditato dai Marchesi Del Carretto che lo fortificarono, prima di sottomettersi a Genova. I Marchesi mantennero comunque l’investitura del feudo, sul quale il Vescovo di Acqui continuò ad esercitare il privilegio delle decime. Dego fu ceduto agli Scarampi nel 1339, ritornò ai Del Carretto nel 1350 e nel 1419 passò ai Marchesi del Monferrato. Venne poi occupato dai Savoia nel 1625 ed annesso al Regno di Sardegna con la pace di Vienna nel 1735. Nell’aprile del 1796 fu teatro di una battaglia tra gli Austriaci e le truppe Napoleoniche, che costò la vita anche ad un gran numero di civili. Nel corso dell’ultimo conflitto mondiale l’area di Dego fu teatro di numerose vicende di vita partigiana. La parrocchiale di Sant’Ambrogio fu eretta verso il 1810 sul luogo di un edificio preesistente. Di origine seicentesca è invece la chiesa di San Rocco. Il paese di Brovida, già ricordato nel XII° secolo, appartenne anch’esso ai Del Carretto di Sessame che vi costruirono un castello. L’abitato di Santa Giulia appartenne ai Vescovi di Acqui ed ai Marchesi Del Carretto. Elevato a Baronia, fu feudo dei Moretti di Piana e dei Bussetti.
Al XIII° secolo risalgono le rovine del Castello medievale eretto su di un poggio a nord del paese. Nella zona si trovano inoltre i ruderi di due altri castelli di epoca medievale. Oggi Dego annovera, a fianco delle attività agricole, alcune imprese manufatturiere di vetro ceramica.
Le zone montuose del territorio comunale sono ricoperte da vigneti da cui si produce un vino Dolcetto, castagneti e noccioleti. Tra i prodotti locali merita di essere menzionata inoltre una varietà di tartufo.

Ciclo Napoleonico

Scena di BattagliaIl 27 marzo 1796 Napoleone riceve il comando dell’Armata d’Italia. Egli si trova di fronte a due eserciti: gli Austriaci di Beaulieau che controllano l’area da Carcare – Cosseria ad Alessandria – Voltri, ed i Piemontesi del Generale Volli che coprono la zona da Carcare verso Ceva e Cuneo. Napoleone cerca di dividere i due eserciti attaccando subito i Piemontesi verso Ceva e controllando gli Austriaci a Dego. Gli Austriaci però lo colgono di sorpresa ed attaccano il suo esercito a Voltri obbligandolo a ripiegare. Nella ritirata si scontra a Montenotte con il grosso dell’esercito Austriaco guidato dal Generale d’Argentau. All’alba del 12 aprile i Francesi circondano gli Austriaci e li mettono in fuga verso Dego e Pareto. Napoleone ottiene quindi la prima vittoria militare, e la sera del 12 aprile fissa il suo quartier generale a Carcare. Nella notte arrivano i rinforzi da Finale, ma sorgono alcune difficoltà. Gli Austriaci resistono a Dego e gli Austro Piemontesi resistono anche a Cosseria ed inoltre una una pioggia torrenziale allaga le strade impedendo i rifornimenti. Napoleone concentra le sue forze verso Dego che cade il 14 aprile 1796 a mezzogiorno. PortantinaAnche Cosseria, dopo tre assalti e la morte del Colonnello Filippo Del Carretto, si arrende con l’onore delle armi nello stesso giorno. Per un equivoco la notte del 14 aprile un battaglione Austriaco attacca Dego. Sono necessari due giorni e la perdita di parecchi uomini per riprendere nuovamente il paese. Concludiamo con una curiosità: nel marzo del 1814 il Papa Pio VII° che, dopo essere stato prigioniero di Napoleone, ritornava libero nei suoi stati, proveniente da Savona ed in viaggio verso Acqui si fermò a Dego. Il Reverendo G. Damiani, Parroco di Dego lasciò dell’avvenimento una dettagliata memoria. A causa delle cattive condizioni del tempo il Papa decise di fermarsi a Dego e perciò venne trasportato ai suoi alloggi su di un baldacchino, tra le acclamazioni del popolo. La portantina usata dal Papa, di proprietà del signor Tullio Tagliero, è conservata nel palazzo comunale in visione al pubblico ed è stata oggetto di un primo intervento di restauro alcuni anni fa.
Nelle foto: Disegno in bianco e nero di una scena di battaglia del periodo Napoleonico.
Immagine in bianco e nero della portantina usata dal Papa Pio VII°.

Teresa Bracco

Teresa BraccoTeresa Bracco nacque a Santa Giulia, frazione di Dego, il 24 febbraio 1924 da una famiglia contadina di profonde radici cristiane. Teresa frequentò la locale scuola fino alla quarta elementare perchè a Santa Giulia non c’erano ulteriori possibilità e poi si dedicò ad aiutare la famiglia, sia con il suo lavoro di pastorella sia con il lavoro domestico. Era una ragazza riservata ma sempre pronta ad offrire il suo aiuto a chi ne aveva bisogno. La sua devozione sfociò poi in una maturazione spirituale sotto la guida del Parroco don Natale Olivieri. Teresa, a soli nove anni, fu affascinata dalla figura di San Domenico, come lei figlio di contadini. Questa profonda devozione le suggerirà, nel momento cruciale della sua breve vita, quella che sarà poi la suprema decisione: “piuttosto che peccare mi faccio ammazzare”. La mattina del 28 agosto 1944 il rastrellamento tedesco a Santa Giulia la mise quindi davanti ad una scelta tremenda per una giovane di venti anni e come lei molto religiosa. Teresa viene sequestrata come bottino di guerra, ma lei non ci sta, per amore degli insegnamenti evangelici la ragazza rifiuta energicamente di sottostare alle voglie dell’ufficiale nazista che l’ha presa con sè e cerca di scappare attraverso il bosco. Qui viene raggiunta dal suo aguzzino che la strangola e le spara un colpo di rivoltella al cuore, ed infine infierisce sul corpo di Teresa sferrandole un calcio che le sfonda il cranio. Il corpo così martoriato venne ritrovato due giorni dopo nel bosco, ancora nell’atteggiamento della difesa dell’integrità fisica. La dinamica del barbaro assassinio risulterà chiaramente dall’esame dei suoi resti eseguito il 10 maggio 1989 per ordine del Tribunale Ecclesiastico. Fu quindi veramente un delitto quello della giovane Teresa Bracco, che è stata poi beatificata il 24 maggio 1998 a Torino, durante la visita di Papa Giovanni Paolo II° alla Sacra Sindone.
La festa liturgica della ventenne Teresa Bracco è stata fissata dal Papa al 30 agosto. Il Vescovo di Acqui sta raccogliendo testimonianze di grazie ricevute, necessarie per il processo di santificazione.
Questo il testo della preghiera di intercessione: “O Padre che, con particolare benevolenza, aiuti gli umili ed hai sostenuto la fortezza della beata martire Teresa Bracco, ti prego di concedermi, per sua intercessione, la grazia… se conforme al tuo volere e se giova alla mia salvezza”.
Le spoglie della beata saranno custodite in un’artistica urna in bronzo che sarà collocata nella cappella del S. Rosario, lato destro della chiesa succursale di San Marco Evangelista in Santa Giulia di Dego.

 

LE PRESENTI INFORMAZIONI SONO STATE TRATTE DAL SITO UFFICIALE DEL COMUNE DI DEGO