La Collina del Dego

Il BoscoLa “Collina del Dego” rappresenta un’area di notevole interesse naturalistico, individuata e riconosciuta dalla Provincia come “Area protetta di interesse provinciale”, nell’ambito del “Sistema Ambientale delle Bormide”: vera e propria rete di tutela e fruizione delle aree di interesse naturalistico e ambientale promossa dalla Provincia di Savona e dagli Enti territoriali interessati. Il valore naturalistico e ambientale dell’area è confermato dal suo riconoscimento come Sito di Interesse Comunitario SIC secondo la Direttiva Comunitaria “Habitat”, che salvaguarda habitat e specie animali e vegetali di particolare rilevanza a livello europeo. I percorsi proposti si snodano in un ambiente naturale di grande pregio, caratterizzato da un paesaggio collinare coperto da estesi boschi di faggio, con esemplari anche di notevoli dimensioni, accompagnati da rovere e castagno. La flora, tipicamente appenninica, comprende numerose varietà di felci e di altre piante dalla vistosa fioritura, come il giglio martagone, l’epatica, l’anemone dei boschi. I numerosi corsi d’acqua e le sorgenti sono una ambiente ideale per anfibi quali la salamandra, il tritone alpestre, la rana temporaria, il gambero di fiume. La fauna mammifera è rappresentata soprattutto dal capriolo mentre l’avifauna è quella tipica dei boschi, con picchi (picchio verde e picchio rosso maggiore), diverse specie di cincia, ciuffolotto, poiana, allocco, e gufo comune.
Nella foto: Il bosco della Collina del Dego.

Percorsi Turistici

Autunno sulle CollineDa Dego, in Val Bormida, si procede in direzione di Giusvalla per 3,5 km. fino alla frazione di Girini. Qui si gira a destra per Porri (km. 5), ristorante, continuando fino al parcheggio in località Pian dei Siri (km. 9,8), punto di accesso all’area escursionistica lungo il sentiero contrassegnato “B1”. All’imbocco del sentiero è collocata una bacheca con la segnalazione dello sviluppo degli itinerari e la collocazione delle aree di sosta attrezzate. Proseguendo lungo la strada asfaltata, si arriva in località Fontanini (km. 11,2) area picnic dotata di parcheggio, acqua e barbecue, punto di accesso all’area escursionistica lungo il tracciato “B3”, il “sentiero delle carbonaie”. Appena 200 metri oltre si trova l’azienda agrituristica “Le Sorgenti”, quindi la strada continua fino alla frazione Ferriera di Montenotte (km. 16), andando ad incrociare la provinciale Altare – Pontinvrea. La Ferriera dista 6 km. da Pontinvrea e 9 km. da Altare. A 3,5 km. da Ferriera, verso Altare, si trova il sentiero di accesso alla Riserva Naturalistica dell’Adelasia ed alla Casina Miera. Qui si ha il collegamento con i tracciati dell’Alta Via dei Monti Liguri e del Bormida Natura.
Nella foto: Autunno sulle colline.

Il Castello di DEGO

Un borgo situato in posizione strategica, ottimo per l’approvvigionamento dell’acqua data la vicinanza ai tre corsi d’acqua di Grillero, Colarello, e Bormida, sul tracciato di uno dei fondamentali assi viari della Liguria romana. Vieni a Dego e con le audio-guide di Liguria Heritage avrai modo di ascoltare le vicende di un borgo che, affondando le proprie radici nell’antichità, ha fornito materiale alla storia fino alle battaglie napoleoniche in Liguria!
Svariate sono le ipotesi circa la natura linguistica del nome Dego, tra queste la più attendibile è quella fornita dal dizionario etimologico romanzo secondo il quale tale nome deriverebbe dal latino decus, “a forma di croce”, stante a indicare le x incise sui cippi nelle zone di confine. Dego è effettivamente un borgo posto in una zona di confine, lungo la via Aemilia Scauri tra le aree di pertinenza di Acqui, Alba e Vado, che per l’appunto questa strada collegava. Citato per la prima volta in un diploma imperiale la cui emanazione fu richiesta dalla moglie Adelaide, Dego fa parte dei territori che l’imperatore Ottone I concesse al marchese Aleramo nel 967. In quell’importantissimo documento non veniva citato solo Dego, ma tutte quelle “curtes” nel territorio “desertico”, e in questo termine è riscontrabile una testimonianza delle recenti devastazioni compiute in quel territorio dai saraceni, compreso tra il fiume Tanaro e il fiume Urbe fino al mare,  se venivano inoltre confermati i territori  avuti o acquisiti nei comitati di Torino,  Vercelli, Asti, Monferrato, Acqui, Savona, Cremona, Bergamo, Parma.
Sul finire del X secolo il nostro borgo andò a confluire in un vasto territorio unito sotto il dominio di Aleramo marchese del Monferrato. Non è chiaro in questo periodo quale fosse la reale consistenza di questi possedimenti, poteva trattarsi di villaggi devastati dalle incursioni saracene o insediamenti in cui ancora sopravviveva una sorta di organizzazione che ne avrebbe permesso una crescita a livello economico. Non passò molto tempo prima che Dego venisse nuovamente citato in un documento con cui il figlio di Aleramo, Anselmo, fondatore del monastero di S. Quintino di Spigno, donava come dotazione terriera di questo nuovo ente religioso 3 mansi di Dego, 11 di Cairo, 7 di Cosseria e altri appezzamenti ancora di terreno.Nel 1170 a due secoli dalla fondazione del monastero Dego faceva ancora parte tra i possedimenti in parte gestiti da esso. Ma il dominio su questo territorio stava vivendo un’importante fase di transizione che ne determinò il passaggio sotto il comando di Bonifacio del Vasto prima, del figlio Enrico I Del Carretto nel 1142 per ampliare il dominio sulla regione tra le due Bormide e la costa. Il potere che questi signori esercitarono sul territorio proseguì fino al 1214 quando Ottone del Carretto cedette Dego al Comune di Genova per esserne legittimato come feudatario. Dalla casata dei Del Carretto nel XV secolo il borgo passò nel Marchesato del Monferrato fino a confluire nel 1735 nel Regno di Sardegna.
Come ogni borgo gestito dai Del Carretto anche Dego fu dotato di un castello, con la funzione di avvistamento e controllo sull’antica direttrice dell’Aemilia Scauri. Non esistono documenti che ci aiutino a stabilire con certezza il periodo in cui fu edificato, ma sicuramente fu opera di questa stessa casata, presumibilmente nel XIII secolo, periodo in cui avvenne al riorganizzazione del territorio sotto il loro dominio.
Nonostante sia visitabile, non è rimasto molto dell’antico castello, posto in località Cua, in posizione rialzata rispetto all’abitato di Dego. Parte della torre e delle mura sono ciò che rimane di questo fortilizio, le cui dimensioni ne denunciano una finalità di tipo difensivo o d’avvistamento rispetto a una funzione di dimora signorile, per la quale ai Del Carretto non restava che l’imbarazzo della scelta, data la quantità dei possedimenti che gestivano a partire dalla costa per arrivare alle alture.
La condizione in cui ora lo ammiriamo è dovuta ai diversi fatti d’armi in cui il castello fu effettivamente coinvolto a partire dal XVI secolo, quando fu assediato dalle truppe francesi al XVIII secolo, quando fu saccheggiato dalle truppe franco-spagnole, fino a giungere alla seconda battaglia di Dego in cui fu territorio di scontro tra i soldati napoleonici e gli austriaci, scontro che fu causa della morte di quattrocento abitanti del paese.
Il 27 marzo del 1796 rappresenta una data storica per Dego. Per quanto già precedentemente coinvolto come luogo di scontri nei conflitti riguardanti truppe francesi, spagnole austriache, dopo quella precisa data il coinvolgimento della comunità fece sì che questo episodio si rivelasse particolarmente doloroso per la memoria di questo borgo. Per ordine dell’Armata d’Italia Napoleone Bonaparte si trovò a dover affrontare l’esercito austriaco e quello piemontese, entrambi occupanti la zona che da Cosseria si ricollegava ad Alessandria e Cuneo.
Si susseguirono vicende alterne in cui tra manovre di ritirata seguite da vittorie francesi, Napoleone riuscì a far arretrare gli austriaci fino a Dego, che ne divenne il luogo della strenua resistenza. Mentre i piemontesi ripararono a Cosseria Napoleone decise di focalizzarsi nella lotta contro gli austriaci di Dego, che furono sconfitti definitivamente il 14 aprile 1796, lo stesso giorno in cui per un errore nella comunicazione un battaglione austriaco attaccò nuovamente e inaspettatamente il borgo provocando la perdita di molti uomini, impegnati eroicamente nella riconquista del proprio territorio.

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Nell’ambito del progetto integrato di riqualificazione della rete dei castelli dei Del Carretto nei comuni di Cairo Montenotte, Cosseria e Dego e di valorizzazione dei percorsi e siti napoleonici, l’intervento sul Castello di Dego risponde all’esigenza di migliorare l’accessibilità e la fruibilità del bene.
Il borgo storico, in posizione dominante rispetto alla valle, ha un duplice accesso: uno già sistemato in anni recenti e l’altro, con gli spazi ad esso connessi, oggetto dell’attuale progetto di intervento. Il sito è ricco di valenze culturali, con la presenza di una chiesa, presumibilmente del X secolo, dei resti del vecchio castello e delle mura che circondavano l’abitato.
L’area di intervento, coincidente con il percorso di accesso principale all’area del Castello, si presentava in pessimo stato di manutenzione, soprattutto per quanto riguarda la pavimentazione – originariamente in acciottolato, quasi del tutto sparito e non recuperabile – e la regimazione delle acque.
L’intervento, realizzato all’interno del progetto di Valorizzazione delle risorse naturali e culturali della Liguria (Asse 4 del Por Fesr 2007-2013), consiste nella demolizione dell’intera pavimentazione esistente, sia lo strato inferiore in acciottolato, non recuperabile, che quello superiore in asfalto, sovrapposto negli anni ’70 e nella realizzazione di un nuova pavimentazione in pietra locale. Si provvede anche alla regimazione delle acque di superficie, alla realizzazione di un impianto di pubblica illuminazione e all’installazione di elementi di arredo.


 

AUDIOGUIDA:

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LE PRESENTI INFORMAZIONI SONO STATE TRATTE DAL SITO UFFICIALE DEL COMUNE DI DEGO